Diffusione illecita di dati personali: utilizzo di IA per raccogliere o condividere dati sensibili senza consenso.
Cyberbullismo e molestie digitali: IA che genera messaggi offensivi, deepfake sessuali o immagini manipolate per intimidire o ricattare.
Diffamazione: creazione di contenuti falsi (testi, video, audio) che ledono la reputazione di qualcuno.
Frode affettiva o truffe psicologiche: bot o chatbot che ingannano persone per ottenere denaro o informazioni sensibili.
2. Reati informatici e contro il patrimonio
Hacking e accesso abusivo a sistemi: IA utilizzata per violare reti informatiche o account privati.
Frode informatica: generazione automatica di phishing o email truffaldine.
Furto d’identità digitale: uso di IA per clonare identità online e compiere operazioni illecite.
Contraffazione digitale: deepfake o testi generati da IA usati per falsificare documenti o firme digitali.
3. Reati economici e finanziari
Insider trading automatizzato: algoritmi IA che sfruttano informazioni riservate a fini speculativi.
Riciclaggio di denaro digitale: uso di sistemi automatizzati per occultare transazioni illecite.
Frode fiscale o contributiva: generazione di documenti o simulazione di operazioni per evadere tasse.
4. Reati contro la sicurezza pubblica
Propaganda e terrorismo: IA usata per generare o diffondere contenuti estremisti o istruzioni per attentati.
Cyberwarfare o sabotaggio informatico: attacchi a infrastrutture critiche (reti elettriche, trasporti, ospedali).
Diffusione di malware o virus: creazione automatizzata di software dannoso.
5. Nuovi reati legati all’IA emergenti
Deepfake e manipolazione dell’immagine: produzione di video falsi per estorsione o diffamazione.
Generazione di contenuti illegali: IA che crea materiale pedopornografico, violento o terroristico.
Decisioni discriminatorie automatizzate: uso di IA che discrimina su base razziale, sessuale o sociale (può configurarsi anche illecito civile/penale).
Responsabilità per danni da IA autonoma: se un sistema genera danni materiali o morali, si può configurare responsabilità penale del programmatore o del gestore.
Considerazioni pratiche
La legge italiana sta aggiornando il codice penale per includere aggravanti quando l’IA è strumento del reato.
La responsabilità può essere attribuita a chi programma, utilizza o distribuisce l’IA, a seconda del ruolo e della prevedibilità del danno.
Alcune fattispecie, come deepfake sessuali o frodi digitali, già rientrano in reati esistenti (diffamazione, pornografia minorile, frode informatica), ma l’uso di IA ne aumenta gravità e diffusione, portando ad aggravanti specifiche.
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