1. Quando si può impugnare un licenziamento

Puoi impugnare un licenziamento se ritieni che sia:

  • Discriminatorio (per razza, sesso, religione, disabilità, orientamento sessuale, ecc.)
  • Orale (cioè non comunicato per iscritto, quindi nullo per legge)
  • Illegittimo per violazione di norme procedurali (es. mancato rispetto della procedura disciplinare ex art. 7 Statuto dei Lavoratori)
  • Privo di giusta causa o giustificato motivo
  • In violazione di diritti specifici (es. licenziamento durante maternità o malattia protetta)

2. Termini per impugnare un licenziamento

A. Impugnazione stragiudiziale (prima fase)

  • Va fatta entro 60 giorni dalla ricezione della lettera di licenziamento.
  • Si può fare tramite:
    • Lettera raccomandata A/R
    • PEC
    • Comunicazione al datore tramite sindacato o avvocato

Attenzione: non basta una contestazione verbale.

B. Deposito del ricorso (seconda fase)

  • Dopo la prima impugnazione, hai 180 giorni per:
    • Depositare un ricorso al Tribunale del Lavoro, oppure
    • Avviare un tentativo di conciliazione o arbitrato (ad es. presso l’Ispettorato Territoriale del Lavoro)

3. Come si impugna un licenziamento (praticamente)

FASE 1: Contestazione scritta

  • Formula una lettera in cui contesti formalmente il licenziamento e dichiari l’intenzione di tutelare i tuoi diritti.
  • Va inviata entro 60 giorni, meglio se a mezzo PEC o raccomandata A/R.

FASE 2: Ricorso giudiziale o conciliazione

  • Se il datore non ritira il licenziamento o non si raggiunge un accordo:
    • Rivolgiti a un avvocato del lavoro o a un sindacato.
    • Viene depositato un ricorso al giudice del lavoro, competente per territorio.
    • Il giudice verificherà la legittimità del licenziamento e potrà disporre:
      • Reintegrazione nel posto di lavoro
      • Oppure indennità risarcitoria (calcolata in mensilità, in base all’anzianità e alla tipologia di contratto)

4. Che cosa serve per impugnare un licenziamento

Prepara:

  • Copia della lettera di licenziamento
  • Documenti del rapporto di lavoro (contratto, buste paga, comunicazioni aziendali)
  • Eventuali testimonianze o prove che dimostrino la natura ingiusta o discriminatoria del licenziamento
  • Copia della contestazione inviata entro 60 giorni

5. Cosa succede se non rispetti i termini

Se non impugni entro 60 giorni, o non ricorri entro 180 giorni, perdi definitivamente il diritto di contestare il licenziamento, anche se ingiusto o discriminatorio.

Eccezioni:

In casi di licenziamento nullo (es. per maternità, malattia protetta o discriminazione), non valgono i termini ordinari, e l’impugnazione può avvenire anche oltre i 60 giorni.

6. Quanto costa e chi può aiutarti

  • Puoi rivolgerti gratuitamente a:
    • Sindacati
    • Patronati
    • Uffici vertenze territoriali
  • Oppure a un avvocato specializzato in diritto del lavoro.
  • In alcuni casi puoi accedere al patrocinio gratuito a spese dello Stato (se hai redditi inferiori a una certa soglia).

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