Come chiedere assegno Unico Universale?
Ecco come chiedere l’Assegno Unico Universale (AUU) in Italia, ovvero il sostegno economico per famiglie con figli a carico. ⸻ 1) Requisiti di base Per presentare la domanda devi: •essere...
La responsabilità del proprietario per i danni provocati dal proprio cane è disciplinata dall’articolo 2052 c.c., che configura una forma di responsabilità oggettiva. Il proprietario dell’animale, o chi se ne serve temporaneamente, risponde dei danni da esso arrecati indipendentemente da ogni valutazione di colpa: non occorre cioè dimostrare una condotta negligente o imprudente, essendo sufficiente il nesso causale tra l’azione dell’animale e il danno subito dal terzo.
Il fondamento di questa forma di responsabilità risiede nel cosiddetto rischio di custodia: chi trae utilità dalla presenza dell’animale è tenuto a sopportare le conseguenze delle sue condotte, anche quando imprevedibili o dettate dall’istinto. L’unico modo per liberarsi da responsabilità è provare il caso fortuito, inteso come un evento eccezionale, imprevedibile e inevitabile, che interrompe il nesso causale. Tale prova è particolarmente rigorosa: non è sufficiente che il cane fosse normalmente docile o tenuto con attenzione, poiché ciò non integra l’esimente del caso fortuito.
Rientrano nella sfera risarcitoria una pluralità di situazioni: morsicature, aggressioni, cadute provocate dall’animale, danni a beni mobili o immobili, e in generale ogni pregiudizio riconducibile al suo comportamento. Il risarcimento comprende sia i danni patrimoniali, come spese mediche o riparazioni, sia quelli non patrimoniali, come il danno biologico o morale.
Sul piano pratico, al proprietario è richiesto un livello elevato di diligenza: condurre il cane al guinzaglio nei luoghi pubblici, adottare la museruola quando necessario, custodire correttamente l’animale nelle pertinenze private e impedire che arrechi pericolo a terzi. Anche l’affidamento temporaneo dell’animale a un dog-sitter o a un parente comporta il trasferimento della responsabilità a chi in quel momento esercita la custodia.
La disciplina mira a garantire un equilibrio tra la libertà di tenere un animale domestico e la tutela della sicurezza pubblica, assicurando che le conseguenze pregiudizievoli derivanti dal comportamento del cane non ricadano sulla vittima, ma su chi è in posizione di controllo e custodia.