Chi può essere responsabile di un errore medico deve ricoprire il ruolo di primario, chirurgo, medico di base, infermiere, anestesista, guardia medica e tutti gli operatori sanitari in generale.
La responsabilità si estende anche alla struttura ospitante, che può essere un ospedale o una clinica, allorquando ad esempio vi siano problemi legati all’igiene, santificazione, posti letto disponibili per casi urgenti (si sottolinea che ogni struttura ha una copertura assicurativa su cui rivalersi in caso di risarcimento danni).
Dunque, per colpa medica non si può dare una definizione precisa, ma un avvocato può valutare se l’operato del medico/sanitario può avere caratteri di responsabilità civile o penale, con l’ausilio di consulenti o periti.
Volendo ragionare in generale, la colpa medica si può configurare nelle seguenti circostanze:
– diagnosi errata o effettuata con ritardo
– vengono prescritte cure non sbagliate o somministrati farmaci per i quali il paziente ha un’allegria dichiarata in sede di accettazione presso la struttura
– errori commessi durante l’operazione chirurgica dovuti a negligenza o imperizia
– gestione sbagliata durante il recupero post operatorio
– decesso del paziente quando, secondo le linee guida ed i protocolli nazionali, l’evento poteva essere previsto o evitato.
Avv. Flavio Falchi