IL REATO OMISSIVO

Innanzitutto, l’omissione implica un comportamento negativo, ossia un’azione in senso contrario, differente dall’assunzione di una condotta che si manifesti all’esterno. Per configurarsi una omissione è necessario che il soggetto abbia l’effettiva capacità di compiere l’azione, ma decide di non assumerla, con coscienza e volontà.

Vi è, dunque, una differenza tra reati omissivi propri (reato di pura condotta ove è sufficiente l’omissione del soggetto per la realizzazione dell’illecito) e reati commissivi mediante omissione (reato di evento ove è necessario che si verifichi l’evento quale conseguenza dell’omissione dell’agente).

REATO OMISSIVO PROPRIO

In base a legge o regolamenti, sussiste un obbligo di fare, che, se non rispettato, porta all’insorgere di un’omissione illecita che configura il reato, indipendentemente dalla realizzazione di uno specifico evento.

Va da sé, che il soggetto quindi deve avere le capacità psico-fisiche di assumere quella condotta, il che porta ad escludere la punibilità allorquando vi siano cause ostative per il soggetto a compiere quella determinata azione, le quali devono essere esterne e non dipendenti dalla sua volontà.

Avv. Flavio Falchi

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