CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

Ufficio del massimario e del ruolo

N. 19/2023

In relazione alla marijuana, si registrano nella giurisprudenza di legittimità del 2022 tre pronunce che hanno accolto il motivo di ricorso con il quale l’imputato invocava la derubricazione dei fatti; in tutti e tre i casi gli atti sono tornati al giudice di merito per una nuova valutazione; in due di essi la sentenza non offre indicazioni precise in merito ai quantitativi in contestazione.
Annullamento con rinvio per nuova valutazione
Sez. 6, n. 49245 del 14/11/2022, Mastrototaro, non mass.: detenzione a fini di spaccio di gr. 10 lordi di marijuana suddivisi in sei bustine, rinvenuti indosso all’imputato, e di ulteriori gr. 6,4 lordi di marijuana, rinvenuti nella sua abitazione unitamente ad una bilancia ed a ritagli di buste, sostanza contenente complessivamente principio attivo (non indicato, ma pari all’incirca a gr. 0,6 di THC) idoneo al confezionamento di 26 dosi medie singole da gr. 0,025. La Corte ha annullato con rinvio in parte qua la sentenza di condanna, evidenziando la modestia del dato ponderale, e rilevando che «gli elementi succintamente richiamati dalla Corte di appello non sono […] ostativi all’inquadramento del cosiddetto “piccolo spaccio”: così la reiterazione delle condotte, la diversità di sostanze detenute, la predisposizione di un minimo di organizzazione (il materiale di confezionamento e il bilancino)»: dunque, «la Corte di appello, a fronte di un quantitativo di stupefacente molto contenuto […], ha valorizzato per escludere la derubricazione del fatto nell’alveo dell’art. 73, comma 5, d.P.R. 9 ottobre 1990, n. 309, indici pienamente compatibili con un’attività di “piccolo spaccio” – comportante una disponibilità economica limitata e introiti ridotti, nonché la possibilità di soddisfare un numero minimo di richieste di cessione – e quindi non indicativi di una rilevante offensività della condotta rispetto al bene giuridico protetto».
Sez. 6, n. 40559 del 22/09/2022, Caruso, non mass.: plurimi episodi di spaccio di imprecisati quantitativi di marijuana. La Corte ha annullato con rinvio in parte qua la sentenza di condanna, censurando l’esclusione dell’ipotesi lieve da parte dei giudici di appello «non già sulla base della considerazione mezzi, delle modalità e delle circostanze dell’azione contestata ovvero per la qualità e quantità della sostanza, bensì sulla base di una ritenuta stabilità e abitualità nello spaccio, in considerazione dei costanti e frequenti approvvigionamenti di sostanza stupefacente del tipo marijuana da tre fornitori e del numero indeterminato delle cessioni effettuate dall’imputato», elemento che la Corte ha ritenuto di per sé solo non determinante.
Sez. 6, n. 39570 del 20/09/2022, Quinci, non mass.: plurimi episodi di spaccio di imprecisati quantitativi di marijuana. La Corte ha annullato con rinvio in parte qua la sentenza di condanna, censurando l’esclusione dell’ipotesi lieve da parte dei giudici di appello motivata non sul dato ponderale o su altre caratteristiche dell’azione (la cui analisi era stata del tutto pretermessa), ma sulla sola circostanza che l’imputato aveva tenuto la condotta incriminata mentre si trovava ristretto agli arresti domiciliari.

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